“NATURA E FINALITA’ DELL’ASSOCIAZIONE LAICALE “CENACOLINI/NE DELLO SPIRITO SANTO”
“Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi…” (Gv 15,16)
A- I tratti caratteristici dei Cenacolini/ne- saranno la semplicità nel parlare; la prudenza nelle azioni; l’umiltà nel modo di essere al servizio; la sapienza nel comunicare la Parola; la pazienza nell’affrontare le difficoltà; la gioia, l’amore e la pace: “ Se vi lascerete guidare dallo Spirito Santo darete frutti buoni e duraturi”; I frutti dello Spirito Santo sono: amore, gioia, pace, pazienza,benevolenza,bontà,fedeltà,mitezza, dominio di se (Gal 5,18.22-25) Perciò se viviamo dello Spirito camminiamo anche secondo lo Spirito”
SPIRITUALITÀ COME STILE DI VITA APOSTOLICA
“Solo se vi lascerete guidale dallo Spirito Santo darete frutti buoni e duraturi”. “Se non ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo non saremo capaci di sollevare nemmeno una foglia ”. ( M. Giuditta Martelli)
LA FRATERNITA’
“Siate sempre uniti nella carità, siate angeli accanto agli infermi, madri accanto ai piccolo, giovani con i giovani bramose solo di condurre anime a Dio” ( Madre Giuditta Martelli )
“Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda, siate ferventi nello spirito, lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera.” (Romani 12; 10-12)
“Rivestitevi dunque, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà di mansuetudine, di pazienza sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri” (Col 3;12-13) e “Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti (…) per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità ( 1Tes 3,12-13).
La Congregazione riserverà dei tempi da stabilire per accoglierli nel suo interno per uno scambio di conoscenza di esperienze e un approfondimento della spiritualità.
VITA NELLO SPIRITO E IMPEGNO DI PREGHIERA
Sorelle amatissime in Cristo e figlie dilette, se non saremo intimamente unite al Signore, saremo senza consolazioni, mentre con Lui tutto è superabile, tutto è facile e anche dilettevole, incoraggiatevi dunque a vivere questa via di intimità con Dio. Cercate il suo regno ed il resto vi sarà dato (Madre Giuditta)
alla preghiera quotidiana del Rosario; Lodi, Vespri e Compieta. Tenendo presente gli impegni che il loro stato laicale comporta, faranno discernimento su ciò che potranno omettere per essere elastici e su ciò che non potranno tralasciare per essere fedeli a Gesù e nutrire la propria vita interiore;
Oltre alla preghiera personale, sarà premura dei Cenacolini di essere attivamente presenti agli incontri comunitari settimanali, mensili e annuali. Tali incontri si svolgeranno in spirito di condivisione fraterna, nella preghiera e nell’approfondimento delle Sacre Scritture e dei documenti del Magistero.
PER L’ ORGANIZZAZIONE DEGLI INCONTRI:
Il Coordinatore/ce ( o il Consiglio) avrà il compito di stabilire il tempo e il luogo della revisione di vita che sarà semestrale, avrà il compito di orientare le nuove proposte e di indirizzare le iniziative e le discussioni ogni qualvolta sarà necessario affinchè la Comunità dei Cenacolini/ne possa armonicamente svilupparsi e crescere in reciprocità d’intenti ed in comunione di vita.
L ‘APOSTOLATO
“Mie care figlie in Gesù, se noi vogliamo possiamo diventare angeli di pace nelle nostre famiglie, ed anche del prossimo” (Madre Giuditta Martelli).
“La messe è molta ma gli operai sono pochi, pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai per la sua messe!”. ( Lc 10,2)
La messe è molta, i campi di apostolato che richiedono la nostra risposta sono vasti, mentre ci sollecitano a pregare il padrone della messe perché mandi operai nella sua messe, in pari tempo ci spingono ad uscire dalle nostre chiusure per far fronte alla missione. Il fine dell’apostolato è l’amore a Cristo e ai fratelli. Lo zelo apostolico nasce dal desiderio di annunciare il Vangelo affinchè tutti gli uomini siano salvi.
Il primo apostolato dei Cenacolini/ne- è quello che svolgono dentro le mura domestiche tra i propri familiari, poi negli ambienti di lavoro in cui opera.
Tenendo presente i vasti campi di apostolato nei quali possono essere chiamati ad operare, secondo il carisma dell’Istituto di appartenenza, i Cenacolini/ne- faranno un serio discernimento per valutare le proprie peculiarità: (attitudini e doni ricevuto dallo Spirito), e fare delle scelte che siano consone alle proprie attitudini, incisive nel campo di apostolato nel quale operare e compierle con competenza pastorale e spirito missionario.
L’apostolato nel quale i Cenacolini/ne- possono operare, pur essendo vasto: <dove e come lo Spirito ispira nella Chiesa lungo i secoli>, ha delle priorità, esse sono:
LA FORMAZIONE
“Siate grate al Signore che vi ha chiamate per prime ad una consacrazione particolare al suo amore, non vi sentite bruciare il cuore? Figlie mie, che lo Spirito Santo vi bruci, vi consumi!..” (M.Giuditta Martelli)
Il cammino formativo avrà come fine la perfezione della carità e sarà caratterizzata dalla complementarietà tra lo stato di vita laicale e quello delle religiose ( suore) dell’Istituto di appartenenza. Tale stato richiede di incarnare i seguenti comportamenti:
A chi compete la formazione dei Cenacolini/ne:
1.)-Esercizi spirituali annuali;
2.)-Ritiri e incontri periodici;
3.)-Direzione spirituale;
4.)-Momenti di convivenza e fraternità.
TAPPE:
1.)Accoglienza;
Presentazione del/a candidato/a ed incontro con la famiglia martelliana;
2.)Periodo di formazione iniziale o postulato; Avrà la durata di un anno di esperienza per valutare e discernere se il candidato/a si sente chiamata a seguire il tenore di vita dei Cenacolini/ne- e desidera proseguire il cammino;
3.)Noviziato: Periodo di più intensa formazione che avrà la durata di un anno nel quale verrà definita la vocazione e la formazione iniziale del candidato/a e si concluderà con la sua consacrazione laicale.
4.) Promesse o voti. E’ il momento più importante per il candidato/a il quale verrà chiamato/a ad esprimere la sua volontà di donarsi totalmente al Signore promettendo di vivere povero/a, obbediente e casto/a nella vita laicale dei Cenacolini dello Spirito Santo.
PROMESSE O VOTI DI VIVERE POVERE OBBEDIENTI E CASTE
26.) I Cenacolini/ne- ricorderanno che non sono stati loro a scegliere di seguire il Signore, ma che il Signore li ha scelti e chiamati a vivere in comunione con lui e condividere il suo medesimo stile di vita, ricorderanno che sono chiamati a vivere nel mondo ma non sono del mondo. Accoglieranno questo dono con gratitudine, e lo vivranno con gioiosa fedeltà.
Le promesse o voti che faranno, vogliono esprimere il proposito di seguire Gesù più da vicino, nel suo stile di vita povero, obbediente e casto, per essere liberi e disponibili alla missione.
Considerano che questi non sono vincoli che opprimono, bensì doni che liberano dalla schiavitù delle passioni e introducono nelle beatitudini evangeliche.
LA CASTITA’
La Castità è “frutto dello Spirito” e i Cenacolini/e s’impegneranno a custodirla come ornamento prezioso della loro vita interiore: stile di vita semplice, di modestia e di pudore negli atteggiamenti, nelle conversazioni, nell’abbigliamento, consapevoli che la luce dello Spirito risplende in loro e li rende somiglianti a Gesù casto sposo delle vergini, luce posta sul candelabro che illumina la casa.
POVERTA’
I Cenacolini/e cerchino di educare loro stessi nello spirito di povertà mettendo sempre al primo posto nelle loro scelte e in ogni loro impegno la persona, e usando i beni materiali come mezzi e non come fine a se stessi.
Terranno ben presente che la loro regola di vita è mantenere il cuore libero dai beni materiali e che pur usandoli, vanno considerati come doni della Provvidenza da amministrare con giustizia e carità facendone attenzione ai bisogni dei poveri.
In spirito di povertà eviteranno lo spreco, il lusso, la ricercatezza sapendo distinguere il necessario dal superfluo.
I Cenacolini/e che vivono in famiglia rispettino il patrimoni dei componenti la famiglia stessa, il loro stile di vita semplice e povero non coinvolga direttamente le scelte familiari né lei è tenuta ad imporle, ma la sua presenza diviene lievito di povertà evangelica. Con il suo esempio tutta la famiglia viene coinvolta ad incarnare il valore della solidarietà e della condivisione con i poveri.
OBBEDIENZA
L’Obbedienza nasce sempre dall’esigenza di essere docile al progetto che il Signore ha su ciascuno consapevoli che la volontà del Signore corrisponde al maggior bene delle persone, e in pari tempo è un atto di fiducia e di affidamento nella mani del Padre il quale provvede ad ogni loro bisogno. La ricerca e il compimento della volontà divina da parte dei Cenacolini/ne, è una esigenza d’amore verso il Padre Celeste, ed è un’assimilazione al Figlio Prediletto Gesù il quale trova la sua gioia nel compiere la volontà del Padre.
Il Voto o Promessa a Dio di obbedienza vincola i Cenacolini anzitutto, all’obbedienza al Sommo Pontefice, al Vescovo della Diocesi di appartenenza, alla Superiora Generale della Congregazione Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo, alla delegata responsabile.
L’Obbedienza si esprime:
I SEGNI
I Cenacolini/e indosseranno abiti modesti e decorosi, che esprimono sobrietà, bellezza e armonia tali da incutere rispetto alla persona che l’indossa.
Come segni della loro vita offerta ad Signore, porteranno appeso al collo un piccolo crocefisso sostenuto da un esile cordone rosso per ricordare che la loro vita appartiene a Cristo Crocifisso e Risorto.
Il colore rosso del cordoncino sta ad indicare il fuoco dello Spirito Santo che Gesù venne a portare nel mondo, le lingue di fuoco della Pentecoste, il fuoco di carità che deve sprigionarsi nei loro cuori per portare al mondo la Buona Novella di Cristo e per essere solidale nella carità con i fratelli.
L’anello è segno sponsale del legame che unisce la sposa allo Sposo, segno di appartenenza allo Sposo e fedeltà alle promesse di seguirlo in ogni evenienza nella gioia e nelle tribolazioni con la certezza di non essere soli ma di vivere con la consolante presenza del Signore Gesù.
Siccome la fonte e l’origine di tutto l’apostolato della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è evidente che la fecondità dell’apostolato dei laici dipende dalla loro unione vitale con Cristo, secondo il detto del Signore: “Chi rimane in me ed io il lui, questi produce molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” (Gv.15,5).
Questa vita d’intimità con Cristo viene alimentata nella Chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva alla sacra liturgia.(…) in modo che, mentre compiono con rettitudine i doveri del mondo nelle condizioni ordinarie di vita, non separino dalla propria vita l’unione con Cristo, ma crescano sempre più in essa compiendo la propria attività secondo il volere divino.
Su questa strada occorre che i laici progrediscano nella santità con ardore e gioia, cercando di superare le difficoltà con prudenza e pazienza. Né la cura della famiglia né gli altri impegni secolari devono essere estranei alla spiritualità della loro vita, secondo il detto dell’Apostolo: «Tutto quello che fate, in parole e in opere, fatelo nel nome del Signore Gesù rendendo grazie a Dio e Padre per mezzo di lui» (Col 3.17). Tale vita richiede un continuo esercizio di fede, speranza e carità.
Solo alla luce della fede e nella meditazione della parola di Dio è possibile, sempre e dovunque, riconoscere Dio nel quale “viviamo, ci moviamo e siamo” (At 17,28), cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere il Cristo in ogni uomo, vicino o estraneo, giudicare rettamente del vero senso e valore che le cose temporali hanno in se stesse e in ordine al fine dell’uomo.
Quanti hanno tale fede vivono nella speranza della rivelazione dei figli di Dio, nel ricordo della croce e della risurrezione del Signore.
Nel pellegrinaggio della vita presente, nascosti con Cristo in Dio e liberi dalla schiavitù delle ricchezze, mentre mirano ai beni eterni, con animo generoso si dedicano totalmente ad estendere il regno di Dio e ad animare e perfezionare con lo spirito cristiano l’ordine delle realtà temporali. Nelle avversità della vita trovano la forza nella speranza, pensando che “le sofferenze del tempo presente non reggono il confronto con la gloria futura che si rivela in noi” (Rm 8,18 ).
Spinti dalla carità che viene da Dio, operano il bene verso tutti e in modo speciale verso i fratelli nella fede (cfr Gal 6,10) “eliminando ogni malizia e ogni inganno, le ipocrisie e le invidie, e tutte le maldicenze” (1 Pt 2,1), attraendo così gli uomini a Cristo.
La carità di Dio “diffusa nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5 ) rende capace i laici di esprimere realmente nella loro vita lo spirito delle Beatitudini. Seguendo Gesù povero non si deprimono nella mancanza dei beni temporali, né si inorgogliscono nell’abbondanza di essi; imitando Gesù umile non diventano avidi di una gloria vana ( crf. Gal 5,26 ), ma cercano di piacere più a Dio che agli uomini, sempre pronti di lasciare tutto per Cristo ( cfr. Lc 14,26 ) e a soffrire persecuzione per la giustizia ( cfr. Mt 5,10), memori della parola del Signore: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” ( Mt 16,24 ). Coltivando l’amicizia cristiana tra loro si offrono vicendevolmente aiuto in qualsiasi necessità.
Inoltre, quei laici che, che seguendo la propria particolare vocazione, sono iscritti a qualche associazione o istituto approvato dalla Chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la spiritualità peculiare dei medesimi” (Dal decreto sull’apostolato dei laici di Paolo VI ).
BREVE CRONISTORIA
Come nasce l’associazione laicale denominata “IL CENACOLO DELLO SPIRITO SANTO” e sua finalità.
Verso gli anni cinquanta, quando la Congregazione Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo fondata da Giuditta Martelli aveva posto salde radici nel territorio della Locride, ed era in pieno fervore apostolico la Madre Martelli ispirata dallo Spirito Santo vede con lungimiranza la vastità del campo apostolico ed il desiderio di raggiungere nel sociale quegli ambienti che le suore non potevano raggiungere, sogna di formare dei laici affiliati alla Congregazione per espandere il Regno di Dio e zelare la presenza dello Spirito santo nel popolo. Invitò per questo progetto una signorina (Angela Belcastro) insegnante e impiegata negli uffici della POA che allora avevano sede presso la nostra Casa Madre di Locri. Questa giovane non si era resa disponibile in quanto era già consacrata nella Regalità. La Madre capì che quella non era l’ora di Dio, ma non smise di sognare.
Negli anni novanta, una giovane donna vedova dott.ssa Caterina Scaramuzzino, presa da grande fervore per lo Spirito Santo, e conoscendo la spiritualità ed il carisma di Madre Giuditta, per mezzo di alcune suore che lei frequentava, dopo lunga riflessione nella preghiera chiese di potersi consacrare con voti come laica affiliata alla nostra Congregazione. Ella scrive: “Sento che è giunta l’ora per me, è il momento di accendere quella luce di Cristo che quando ero nel buio, in quella solitudine oscura, si accese e continuò a splendere. Mi accorsi di essere amata da Cristo e desidero che questa luce così splendente che emana calore, amore, certezza si accenda nella vita di quanti mi circondano ed in tutto il mondo, specialmente nei più poveri. Sento che bisogna seguire il comandamento di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Lo Spirito Santo quando si fa sentire cambia il nostro cuore rendendoci capaci di amare, perdonare, compatire, ascoltare, pazientare, comprendere gli avvenimenti nella famiglia, nell’ambiente di lavoro, nell’apostolato, e della vita”.
Memore del desiderio di Madre Giuditta, la Congregazione fu felice di accoglierla e dopo un periodo di formazione, nel giorno della Pentecoste del 2007 emise i voti di castità, povertà e obbedienza come laica, nelle mani dell’allora Superiora Generale Sr. Rita Sgambellone, alla presenza di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, Vescovo di Locri - Gerace che presiedeva la celebrazione Eucaristica. L’infermiera Antonia Sgambelluri, anche lei vedova che partecipava con fervore agli incontri di preghiera, ai ritiri spirituali del nostro “CENACOLO DI PREGHIERA” espresse il desiderio di voler far parte delle Cenacoline, così, dopo un iter formativo di due anni anche lei emise i voti e venne affiliata alla Congregazione come Cenacolina.
Il Capitolo Generale della Congregazione celebratosi a Roma nel 2007 dà l’opportunità ai Cenacolini di partecipare ad una assemblea capitolare dedicata all’apostolato dei laici. Questi vengono accolti, e dopo averli ascoltati, memori del desiderio della Madre Fondatrice Giuditta Martelli, confermato da Madre Giuseppina Codispoti e Sr. Lina Macrì, testimoni oculari, accolgono con gioia questa nascente realtà e confermano il nome di “CENACOLIN/NE- DELLO SPIRITO SANTO”.